Ricorrenza del I Maggio



«Sento che ora non è più l’epoca di fare dell’arte per l’arte, ma dell’arte per l’umanità»
Giuseppe Pellizza da Volpedo
In effetti mi sembra una presa in giro, con tutto quello che sta accadendo nel  mondo, il diffondere la paura del domani da parte dei grandi poteri verso la gente, che non ha il tempo di riflettere dovendo badare alla sopravvivenza della propria famiglia. Giovani che, pur essendo qualificati. stanno smarrendo i loro sogni ed aspettative. La mancanza di empatia. Il "ma si che me ne frega, tanto io sto bene!" Però meglio caricarsi sempre di positività, pur senza perdere il senso della realtà. Non ci possiamo permettere il lusso, e non dobbiamo permettere, che ci vengano tolti i sogni. Prendiamoci la responsabilità di non farci anestetizzare le cellule neuronali. Non è necessario evitare totalmente la tv o telefono o pc. Il giusto sta nel saper dosare. Certo dedicare più tempo alle riflessioni, quello si! Anche qualche minuto al giorno appena svegli e la sera prima di dormire, piccole pillole di introspezione, ampliano la mente e ci rendono più forti interiormente. Se siamo forti dentro, chissà affrontiamo con più coraggio gli eventi e abbiamo la capacità di discernere. A proposito ogni anno al concerto del Primo Maggio a Roma ci sono Uomini e Donne quindi Esseri Umani quindi Lavoratori e Lavoratrici che contribuiscono quindi lavorano incessantemente notte e giorno... e forse sottopagati. Oltre a tante categorie che lavorano il Primo Maggio, medici, infermieri, lavoratori dei supermercati, e... altri metteteceli voi! E per favore non dite la frase di circostanza ipocrita che "loro almeno un lavoro ce l'hanno"! Se state pensando questa frase vuol dire che ve ne fregate altamente del vostro prossimo. 
NB: un pensiero a chi non ha un lavoro e a chi lo perso. C'è sempre un'altra via. Mai arrendersi👍


Festa dei Lavoratori?! L'Uomo o la tecnologia?

Da millenni l'uomo sfrutta l'energia dei propri muscoli, quella dei muscoli degli animali quella del vento, quella del sole.
Negli ultimi due secoli, carbone, petrolio, elettricità hanno ri-evoluzionato la vita dell'uomo. Congegni impressionanti, dotati di memoria, database, personal computer, microscopici per dimensione ma macro per funzionalità...detti "cervelli elettronici", fanno calcoli, elaborano progetti ed operazioni per i quali fino a non molto tempo fa occorrevano centinaia di Esseri Umani.
Le profondità marine esplorate e sfruttate per estrarre petrolio. La forza del vento per produrre energia...
Ci si compiace di tutto questo. Ma ci si dovrebbe soffermare qualche volta e riflettere su questo presente e/o futuro "favoloso".
Domandarsi se l'uomo davvero dovrà/potrà lasciare il suo posto per fare totalmente spazio alla tecnologia.
No: l'essere umano non deve essere sostituito in toto dalla tecnologia che egli stesso ha scoperto e forgiato.
La tecnologia deve essere utilizzata solo come supporto alla qualità della vita.
É la mente umana che ha saputo sfruttare le possibilità della scienza. È la genialità del cervello umano che ha rivolto a proprio vantaggio le forze magnifiche della Natura.
Quindi: come è sempre stato, l'uomo deve restare il fulcro della scena lavorativa.
La tecnologia, gli sviluppi, l'evoluzione di qualsiasi macchina non possono/devono, non dobbiamo permetterlo, eliminare il valore ed il potenziale del cervello umano, anzi, dimostrare che esso prevale.
Dopo la scoperta dell'atomo, ci saranno altre energie che si potranno utilizzare grazie al sole, all'aria, agli oceani. Ma è e sarà sempre il cervello dell'uomo ad incanalarle. L'augurio che lo faccia non per il tornaconto individuale ma sempre per il Suo Bene.
Suo Bene=Bene Umanità

Le origini del primo maggio
La copertina del quotidiano "Il Secolo"



 La festa dei lavoratori affonda le sue radici in un periodo di significative manifestazioni per i diritti degli operai durante la Rivoluzione industriale negli Stati Uniti d'America, guidate dall'Associazione dell'Ordine dei Cavalieri del Lavoro.
Il 1º maggio 1886, in occasione del 19º anniversario dell'entrata in vigore della legge dell'Illinois sulle otto ore lavorative, la Federation of Organized Trades and Labour Unions lo stabilì come giorno di scadenza limite per estendere tale legge in tutti gli Stati, pena l'astensione dal lavoro, con uno sciopero generale a oltranza.
In quel giorno, anche Chicago partecipò allo sciopero generale, in particolare gl operai della fabbrica McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l'assembramento, sparò sui manifestanti, uccidendone due e ferendone molti.
 
In Italia, appena si diffuse la notizia dell'assassinio degli esponenti anarchici di Chicago nel 1888, molti operai livornesi si rivoltarono prima contro le navi statunitensi ancorate nel porto, e poi contro la Questura della città di Livorno, dove si diceva che si fosse rifugiato il console degli Stati Uniti. Nel 1919 la Fiom riuscì a firmare con la Confederazione degli industriali, un accordo per la riduzione d'orario a otto ore giornaliere e 48 settimanali.
La rivista La Rivendicazione, pubblicata a Forlì, cominciava così l'articolo Per primo maggio, uscito il 26 aprile 1890: «Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d'ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento»

Giuseppe Di Vittorio: La voce dei lavoratori
Lavoratori in un Primo Maggio di fine Ottocento
Nato in una famiglia di braccianti pugliesi nel 1892, diventerà il fondatore del più grande sindacato dell’Italia democratica, deputato all’Assemblea Costituente, esponente di spicco del PCI nel dopoguerra, presidente della Federazione Sindacale Mondiale.
Una vita, quella di Giuseppe Di Vittorio, intensa e complicata : costretto a fare il bracciante, a causa della morte del padre per un incidente sul lavoro nel 1902; dopo avere appena imparato a leggere e scrivere sommariamente, teneva un quaderno in cui annotava termini ignoti che udiva, mettendo da parte faticosamente i soldi per acquistare un vocabolario
Già negli anni dell'adolescenza, a 12 anni circa, aveva iniziato un'intensa attività politica e sindacale con Aurora Tasciotti; inizialmente di idee anarchiche, passò poi al socialismo, e a soli 15 anni fu tra i promotori del Circolo giovanile socialista della città, mentre nel 1911 a soli 19 anni passò a dirigere la Camera del Lavoro di Minervino Murge.
Giuseppe Di Vittorio, come ricorda Pietro Ingrao in un’intervista del 1987 “è stato il simbolo di tutta un’Italia oppressa che si alzava in piedi e che poneva il problema del suo riscatto e della sua emancipazione”. Sempre schierato dalla parte dei lavoratori, dei ceti sociali più deboli, ha dato un grande contribuito alla ricostruzione dell’Italia nel dopoguerra: non va dimenticato il suo impegno nella stesura della Carta costituzionale, ancora oggi tra le più avanzate al mondo in materia di riconoscimento e di garanzia dei diritti sociali. 
 
"Fino a quando il LAVORO non sarà STABILE e BEN PAGATO, non chiamatelo lavoro. Fino a quando non consentirà alle persone di comprare casa, di mantenere/(provvedere dignitosamente, ndr.) la propria famiglia e di fare progetti non c’è nulla da festeggiare". fonte: Stefano Valanca contatto feisbuc
 
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                                  Giuseppe Di Vittorio Un Album Di Famiglia



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Crescere è : Sono connessa alla Terra e all'Universo col Cuore, Amo essere Qui, trovarmi Qui, quando Amo la Terra Amo la mia Bambina Interiore. Ecco: l'Abbondanza di Amore ed Economica. Cosi è! (n.d.r.)©



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