Pasqua e le Uova Fabergé

Nasce nel Medioevo e prosegue nel Rinascimento, espandendosi dall'Europa continentale fino alla Russia, la tradizione di scambiarsi dei doni in particolare uova in segno di pace e di amicizia durante il periodo pasquale: a quell'epoca risale l'arte di creare uova d'oro, d'argento e di pietre dure, ma anche di porcellana, e altri materiali come legno e avorio.  
Queste uova erano spesso "apribili", oltretutto in esse era racchiuso un "cuore" ricco di improbabili e preziose sorprese. 
Per rendere più personale il significato dell'oggetto, all'interno del guscio venivano spesso eseguite raffigurazioni che richiamavano la vita della persona che riceveva in dono l'uovo.
Nella storia si possono elencare numerosi esempi.
A ricevere il primo uovo decorato, però, fu Francesco I di Francia, all'inizio del Cinquecento: all'interno del guscio era raffigurata la Passione di Cristo
E ancora, alla corte del Re Sole, prese piede tra i dignitari l'usanza di donare ogni mattino un uovo decorato a Luigi XIV.
Ma è solo nel 1883 che un avvenimento trasforma in tradizione regale la consuetudine di elargire uova in occasione della Pasqua. 
 
Peter Karl Fabergé, orafo di grande talento e professionalità, ricevette dallo zar Alessandro II l'incarico di realizzare un oggetto del tutto simile a quello posseduto dalla famiglia reale danese fin dal 1743, e di cui si era "invaghito" visitando l'esposizione industriale di Copenaghen, dove era in mostra un uovo d'avorio contenente una gallina d'oro, la quale a sua volta racchiudeva una corona di gemme.
E così nel 1885 Karl Fabergè ne creò uno per lo Zar Alessandro III, come regalo per la moglie Maria Fyodorovna.

Di colore bianco con smalto opaco, aveva una struttura simile alle matrioske: all'interno aveva un 'tuorlo' tutto d'oro, contenente a sua volta una gallinella dorata con gli occhi di rubino, che racchiudeva una copia in miniatura della corona imperiale. A sua volta, conteneva un piccolo rubino a forma d'uovo. Anche la gallina si apre, grazie ad una cerniera nascosta nella coda, rivelando due ulteriori sorprese, oggi perdute. La prima di queste era un replica in oro e diamanti della corona imperiale. All'interno della corona, come sorpresa finale, c'era un piccolo pendente di rubino con una catenina che consentiva di indossarlo al collo. 
(Nella foto in alto a sinistra possiamo vedere come appare l'uovo Fabergé oggi, e nella foto a destra come avrebbe dovuto essere poiché La corona e il pendente non sono mai stati ritrovati).
L'uovo piacque così tanto che Fabergé fu nominato dallo Zar Alessandro III gioielliere di corte, con l'incarico di fare un regalo di Pasqua ogni anno da quel momento in poi, con la condizione, però, che ogni uovo fosse unico e contenesse una sorpresa.
Complessivamente, nel corso della sua carriera, tra il 1855 e il 1917, ne creò 57 esemplari di diversi materiali e dal valore inestimabile.
Egli aveva carta bianca nell'ideazione e progettazione, quindi, potendo dare libero sfogo alla propria immaginazione li produceva sempre più elaborati.
Dopo la morte di Alessandro III, nel 1894, suo figlio Nicola II ha continuato la tradizione di questi gioielli, ma commissionandone due all’anno, uno per la madre e l’altro per la moglie, l’imperatrice Aleksandra. In tutto ne sono stati prodotti 54 per la famiglia Romanov.

La preparazione delle uova occupava un intero anno: una volta che un progetto veniva scelto, una squadra di artigiani lavorava per montare l’uovo.
(Nell'immagine: Le officine Fabergè in una foto risalente al 1903)

I temi, l’aspetto, la grandezza delle uova variavano sempre. Per esempio, sulla parte esterna, l’uovo del 1900 (dedicato alla costruzione della Transiberiana era decorato da una fascia grigia metallica con inciso il programma dell’itinerario della ferrovia, ma all’interno aveva un intero treno molto piccolo in oro.


Dopo la rivoluzione del 1917, molti di queste uova sono state confiscate o contrabbandate fuori dalla Russia e vendute a collezionisti d'arte.
 
 
 
(Nell'immagine in alto: Uovo della transiberiana)

 
   L'Uovo dei mughetti 
 
 

Immagini da sinistra: Uovo di cristallo, Uovo di Alessandro III a cavallo, Uovo dei gigli
 

Alcune curiosità sulle uova Fabergé

- Immaginate di trovarvi in un mercatino di antiquariato, di sicuro vi sarà capitato, e all'improvviso un oggetto cattura la vostra attenzione: forse  non lo pagherete molto e crederete di aver fatto un affare, per poi scoprire che vale 20 MLN di dollari!
In effetti questa è una storia vera: Diversi anni fa, un uovo Fabergé giaceva insieme a molti altre cose, in un mercatino di antiquariato negli Stati Uniti. Come molte altre creazioni Fabergé, l’uovo era considerato perduto ormai. Era stato visto l’ultima volta nel marzo del 1902 e fu acquistato per puro caso, da un modesto commerciante di ferramenta, al prezzo di circa 8.000$.

Senza sapere quale tesoro avesse appena acquistato, progettò di fondere l’uovo per recuperarne l’oro e le gemme, fino a quando incappò in un articolo che gli rivelò la sorpresa: era un uovo Fabergé da 20 MLN. Dopo essere stato in una cucina per anni, l’uovo ora è stato acquistato da un collezionista privato ed è stato esposto in pubblico in alcune occasioni.
 
 
- Due delle icone culturali più note al mondo, Fabergé e James Bond, si sono unite: nel 2023 si celebrano i 40 anni dall'uscita di Octopussy (1983), il film 007, interpretato da Roger Moore, che presentava una trama incentrata sul furto di un uovo Fabergè e altri preziosi gioielli.



    

Immagini da sinistra: Uovo napoleonico, Uovo pergola di rose

Uovo del Cremlino
   
 
 
 
Uovo Bocciolo di rosa
- Nel 2004, il miliardario Malcolm Forbes ha messo all’asta le sue nove uova Fabergé altri 180 pezzi, ma l’oligarca russo Viktor Vekselberg fece di tutto per acquistare l’intera collezione prima della vendita pubblica, presumibilmente arrivando ad offrire 100 milioni di dollari circa.

In seguito, Vekselberg ha aperto il Museo Fabergé a San Pietroburgo nel 2016. La collezione contiene 15 uova: nove uova imperiali, quattro uova di Kelch (una ricca famiglia di industriali) e quattro uova supplementari.


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Buona Pasqua!!!  

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