San Nicola di Bari, noto anche come san Nicola di Myra, san Nicola dei
Lorenesi, san Nicola Magno, san Niccolò e san Nicolò (Patara di Licia,
270 circa – Myra, 6 dicembre 343), è venerato come santo dalla Chiesa
cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni
cristiane, fu vescovo di Myra (oggi Demre), una città situata in Licia,
una provincia dell'Impero bizantino, che si trova nell'attuale Turchia. È
noto anche al di fuori del mondo cristiano perché la sua figura ha dato
origine al mito di Santa Claus (o Klaus), conosciuto in Italia come san
Nicolò e, nelle regioni di Nord Est, porta i doni la notte tra il 5 e
il 6 dicembre.
*Come San Nicola è diventato Babbo Natale:
Il 6 dicembre si festeggia San Nicola, in quel giorno i bambini ricevono molti doni. San Nicola fu vescovo di Myra e grande benefattore dei poveri, ai quali donava tutto ciò che poteva. La sua bontà fu ben presto conosciuta ovunque, tanto che il buon Santo emigrò anche nel nord Europa. Divenne così patrono degli studenti in Francia, dei bambini in Belgio e degli scolari in Olanda. Il suo viaggio era iniziato e con questo le trasformazioni che avrebbero modificato la sua figura. Un'usanza, nata a Parigi alla fine del XII secolo e diffusasi ben presto nel resto d'Europa, voleva che il 6 dicembre, il giorno di San Nicola, uno studente, travestito come il Santo, portasse doni ai bambini più poveri.
Qualche secolo più tardi San Nicola attraversò anche l'oceano: arrivò in America grazie agli emigrati olandesi, per i quali il nome del Santo era "Sint Klaes". In Olanda i bambini, infatti, il 6 dicembre, aspettano il vescovo buono che sbarca nel porto di Amsterdam, poi sale su un cavallo bianco e passa per le case a distribuire i doni. Questo nome in America divenne "Santa Claus" da cui è nata la tradizione di Babbo Natale. Il suo abito rosso è diventato il costume del più famoso autista di slitte del mondo.
San Nicola ha dunque viaggiato moltissimo incontrando bambini di paesi lontani e diversi, e la sua storia, partita così indietro nel tempo, continuerà a camminare nei secoli a venire.
San Nicola è uno dei santi più amati e venerati in tutto il mondo, unisce cattolici e ortodossi, vanta numerose leggende e miracoli, le sue reliquie, conservate a Bari, sono ancora oggi contese e ogni tanto la Turchia ne chiede la restituzione dopo che furono trafugate da Myra nel 1087 da parte di alcuni marinai baresi.
*font: varie ricerche raccolte da vecchi libri di scuola e da anziani baresi
Era la notte prima di Natale.
Nella casa nulla di nulla si muoveva, neppure un topolino;
Le calze erano appese con cura al camino,
In attesa di San Nicola;
I bimbi stavano accoccolati nei lettini accoglienti
E visioni di prugne zuccherate danzavano nelle loro teste.
E mamma nel suo fazzoletto, e io nel mio berretto,
Avevamo appena spento il nostro cervello per un lungo riposino invernale.
Quando nel prato sortì un gran baccano,
Che balzai su dal letto per vedere cosa stava accadendo.
Scattai verso la finestra in un baleno,
spalancai le imposte, acciuffai una sciarpa.
La luna sulla coltre di neve appena caduta,
illuminava a giorno le cose terrestri;
quando apparì ai miei occhi strabuzzati
una slitta minuscola e otto piccole renne
guidate da un vecchietto, così veloce e gagliardo;
capii in un attimo che doveva essere Lui, San Nicola in persona.
Più veloci delle aquile giunsero le sue renne,
e Lui fischiava e gridava, e le chiamava per nome:
“Su! Dasher, su! Dancer, vieni qui! Prancer e Vixen,
forza! Venite qui! Cupido, corri! Dunder e Blixem;
Sulla veranda! Oltre il muro!
Ora Dash, via! Dash, via! Dash via tutti!”.
Come le foglie secche volano a casaccio prima dell’uragano,
quando urtavano un ostacolo, essi salivano più in cielo;
così le renne volarono su, su, fino al terrazzo,
con la slitta piena di giocattoli – e San Nicola con loro:
E poi, in un batter d’occhio, ho sentito sul tetto
il battere e lo scalpicciare d’ogni piccolo zoccolo.
Era come l’avevo immaginato:
San Nicola è balzato giù dal camino:
Era impellicciato dalla testa ai piedi,
Con gli abiti pieni di fuliggine;
Un sacco ricolmo di giocattoli sulla schiena,
Sembrava un venditore ambulante che mostra la sua merce:
Come brillavano i suoi occhi! Le sue fossette: com’erano allegre,
le sue guance erano come rose, il suo naso come una ciliegia;
La sua piccola bocca sorridente era tesa come un arco,
e la barba sul mento era bianca come neve,
tra i denti teneva stretto il ceppo d’una pipa,
e una nuvola di fumo gli coronava la testa.
Aveva la faccia larga e una pancia bella rotonda
Che ballonzolava quando rideva, come una ciotola colma di gelatina;
Era paffuto e cicciottello, un vecchio folletto allegro. E ho riso quando l’ho visto, mio malgrado;
Con un occhiolino e un cenno del capo
Mi fece capire che non avevo nulla da temere.
Non disse una parola, fece solo il suo lavoro.
E riempì tutte le calze; poi si girò di scatto,
appoggiando l’indice sul naso mi tacque
e con un cenno del capo ritornò su per il camino.
Balzò sulla slitta, richiamando con un fischio la sua squadra,
e tutti volarono via come il fondo d’un cardo:
ma l’ho udito esclamare mentre spariva dalla mia vista –
“Buon Natale e buona notte a tutti”.
Traduzione di Enzo Varricchio e Viviana Didonna
Un' altro episodio della vita del Santo che probabilmente lo ha fatto diventare Babbo Natale, è quello il quale racconta che, prima di essere ordinato vescovo s’imbatté in una famiglia nobile e ricca caduta in miseria. Il padre, che si vergognava dello stato di povertà in cui versava, decise di avviare le figlie alla prostituzione.
Nicola, nascondendosi, lasciò scivolare dalla finestra dell’abitazione dell’uomo tre palle d’oro, che ricorrono nell’iconografia classica con cui viene rappresentato, grazie alle quali l’uomo poté far sposare le figlie e risparmiare loro l’onta della prostituzione.*
*font: Famiglia Cristiana
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San Nicola un esempio di Compassione e Grazia
Ulteriori fonti storico-religiose
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Crescere
è : Sono
connessa alla Terra e all'Universo col Cuore, Amo essere Qui,
trovarmi Qui, quando Amo la Terra Amo la mia Bambina Interiore. Ecco:
l'Abbondanza di Amore ed Economica. Cosi è! (n.d.r.)
🎄🎄🎄
Che sia un Natale sereno
Che sia un Natale sereno,
in compagnia delle persone
più care e col pensiero
a chi avrebbe voluto
o dovuto esserci e non c'è più.
Che sia questo il Natale
dove la corsa ai regali
non è un obbligatorio tormento
ma una scelta precisa
fatta col cuore.
Vestiamo un albero, raccogliamo
vischio e facciamo un presepe.
Creare l'atmosfera aiuta e i simboli
rendono tutto più reale, a volte.
Raccontiamo una storia ai bambini
che sappia ancora di vero,
che parli di luoghi incantati,
di slitte, di renne,
e di Babbo Natale e aspettiamo
con loro che arrivi, impazienti.
Una festa è più festa
se a lungo si è attesa.
Riscopriamo il piacere del cibo,
prepariamo una cena
a base di gioia e ricordi,
con chiacchiere amene
e segreti leggeri,
che tanto per altro c'è tempo,
c'è tutta la vita per fare e disfare
e provare dolore.
Un Natale ovattato e raccolto
vissuto con fede o fatto di riti.
Un giorno diverso davvero,
più lungo, più grande,
il più bello che c'è.
Era questo il Natale una volta,
quando si era bambini,
con gli occhi incollati alle ore
a chiedere: mezzanotte quand'è?
Viviamolo appieno
e l'augurio più vero
è che porti la pace.
Non solo quel giorno
nè solo per noi.
Sognare a Natale è concesso.
Facciamolo insieme,
rendiamolo vero.
L. e U. Caprarella
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