Perle d'Italia: Chiese rupestri di Matera

Oggi voglio portarvi con me alla scoperta di luoghi magnifici e interessanti, per la precisione Matera!
A fine articolo vi lascio i link con alcuni miei itinerari, e molto altro...
Scoprire Matera significa fare un salto indietro nel tempo, molto prima di artisti, scrittori e poeti che hanno dato splendore all'Italia!
Pensate che l’area in cui sorge Matera era abitata già nel Paleolitico e sin da allora vennero stabiliti i primi insediamenti nelle grotte di calcarenite della montagna.
Ma non solo i Sassi sono parte integrante della visita a Matera. Numerose sono anche le Chiese rupestri, (che ho apprezzato molto durante il mio tour a Matera) particolari perché uniscono il fascino grezzo della roccia alla raffinatezza e all’eleganza delle decorazioni interne. E oggi ne scopriremo insieme qualcuna...
Chiesa rupestre: Santa Lucia alle Malve

Anticamente denominata "Santa Lucia al Casalnuovo", la chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve (dal nome della pianta spontanea che cresce abbondante nei dintorni) è ubicata nell'omonimo Rione adiacente al Sasso Caveoso. Il suo scavo viene datato intorno al IX secolo d.C.
Fu utilizzata da una comunità di monache Benedettine come luogo di culto ammesso al proprio monastero fino al 1283.
All'interno ciò che resta dell'apparato iconografico è costruito da affreschi di grande valore storico-artistico databile tra XI e il XVII secolo.
Tra i tanti tanti ricordiamo:

  • la "Madonna che allatta" e "San Gregorio" (XIII secolo attribuiti a Rinaldo da Taranto);  
  • "San Michele Arcangelo" (seconda metà del XIII secolo) 
  • "San Giovanni Battista" e "San Benedetto" (XIV secolo) 
  • "Incoronazione della Vergine tra Santi" (XII secolo) 
  • "San Vito" (XIV secolo) 
  • il volto di un santo Ignoto (XI secolo)
La chiesa presenta caratteri sia Latini che di matrice greco-ortodossa segni evidenti della commissione culturale che ha caratterizzato la città è il suo territorio per molti secoli.


Chiesa rupestre: Santa Maria de Idris
L'attuale complesso del Monterrone, lo sperone di roccia che si erge nel Sasso Caveoso si articola in due chiese quasi completamente scavate nella roccia.
La chiesa di "Santa Maria de Idris" deve il suo nome alla presenza di cisterne e ponte per la raccolta dell'acqua.  
L'altare maggiore del 1804 realizzato in tufo e gesso è sormontato dall'affresco della Madonna con ai piedi le "mezzine", brocche utilizzate in passato per la conservazione dell'acqua.
L'immagine della Vergine sulla destra di chi guarda è raffigurata la scena della Conversione di Sant'Eustachio, patrono della città di Matera.  Gli affreschi risalgono ad un periodo compreso tra il XVII e il XVIII secolo.
Sulle pareti laterali a destra è raffigurata una Natività e un Sant'Antonio da Padova, a sinistra una Madonna orante e diverse altre decorazioni.

Chiesa rupestre: San Giovanni in Monterrone

Oltrepassata la porta a sinistra dell'altare Maggiore si accede alla chiesa di San Giovanni in Monterrone, la chiesa conserva un interessante sequenza di affreschi.  
Entrando si osserva a sinistra un "Cristo pantocratore" a destra "San Michele Arcangelo" e "San Nicola" (XIII secolo).  E ancora San Pietro e San Giacomo maggiore e a sinistra un'Annunciazione (XII secolo).  Sopra l'Annunciazione il "battesimo di Cristo nel fiume Giordano" e lungo la navata un affresco seicentesco dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista.
Sono visibili residui di affreschi e pietre di "spoglio" appartenenti agli originari arredi liturgici.


Chiesa rupestre: San Pietro Barisano
San Pietro Barisano in origine detto "San Pietro de Veteribus" è la più grande chiesa rupestre della città di Matera.
Le indagini archeologiche hanno permesso di individuare il primo impianto rupestre risalente al XII secolo al  di sotto del pavimento.
Nel XV Secolo si  approfondì lo scavo della chiesa e si realizzarono le cappelle laterali. 
Di queste resta solo la parte terminale della Cappella situata dietro il secondo Altare della navata destra con gli affreschi di San Vito, Sant'Eustachio, Sant'Agostino, San Canio, l'Annunciazione, Santa Caterina d'Alessandria.
La ristrutturazione del XVIII secolo diede alla chiesa la forma attuale con la divisione in tre navate, la costruzione della facciata, del campanile e degli ambienti sotterranei.
Nel 1903 a causa dell'eccessiva umidità la parrocchia fu trasferita nella vicina chiesa di Sant'Agostino insieme a gran parte degli arredi sacri, tra cui il fonte battesimale.
Negli anni '60 e '70 a seguito dell'abbandono dei Sassi gran parte delle opere d'arte furono trafugate.
Nella navata destra si trovano:
  • l'altare di San Giuseppe, su cui era posta la pala della Sacra Famiglia trafugata nel 1977;
  • l'altare della Madonna della Consolazione con l'immagine della Madonna con bambino, Incoronata dagli angeli e statue di diversi Santi;
  • l'altare del Santissimo Sacramento, con il prezioso pavimento in maiolica;
 
proseguendo nella navata sinistra si trovano partendo dal fondo:
  • l'altare del Santissimo Crocifisso, un crocifisso ligneo del '500 oggi collocato sull'altare Maggiore della chiesa di Sant'Agostino; ai lati le statue della Madonna delle Grazie e di San Michele Arcangelo e  in alto la Trinità. Al di sotto dell'altare,  si trovava una statua lignea di Gesù morto, trafugata negli anni 70;
  • l'altare di Santa Maria Maddalena con statua di Sant'Antonio da Padova;
  • il "sancta sanctorum" in cui erano conservate le suppellettili liturgiche.
  • l'altare dell'Annunciazione.


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