La tragedia Shakespeariana
Amleto è la storia di un principe destinato al trono di Danimarca, la cui vita è segnata dalla morte del padre — sovrano del regno — assassinato dal fratello, che ne usurpa la corona e sposa la regina vedova.
Nel parallelismo Disney:
- Simba è Amleto;
- Mufasa, il padre defunto e saggio sovrano, è il corrispettivo del re;
- Scar, lo zio traditore, è Claudio;
- Sarabi, la madre di Simba, rappresenta Gertrude;
- Timon e Pumbaa ricordano i cortigiani Rosencrantz e Guildenstern, che nella tragedia accompagnano Amleto e forniscono momenti di ironia e alleggerimento.
Come Amleto, anche Simba ritarda la sua vendetta, tormentato dal senso di colpa e dal dubbio. Nella sceneggiatura originale de Il Re Leone era prevista una scena in cui Scar cercava di fare di Nala la sua compagna, un chiaro riferimento al matrimonio tra Claudio e Gertrude. La sequenza fu eliminata poiché ritenuta inadatta al pubblico infantile, oltre che per la grande differenza d’età tra i due personaggi.
Macbeth, Romeo e Giulietta e altri echi shakespeariani
Ma... un momento! Se osserviamo con attenzione, troviamo anche tracce di altri drammi di Shakespeare.Il Re Leone contiene infatti elementi di Macbeth: la sete di potere, l’ambizione distruttiva e la caduta morale di chi desidera il trono a ogni costo.
Scar, inizialmente, non mira a uccidere Mufasa ma Simba: il suo primo tentativo — fallito grazie all’intervento di Mufasa — avviene nel cimitero degli elefanti. Solo dopo, spinto dall’avidità, decide di eliminare entrambi. È la stessa ambizione cieca che muove Macbeth e Lady Macbeth verso il regicidio.
E se ci spostiamo nel sequel, Il Re Leone II – Il regno di Simba, troviamo un’altra eco shakespeariana: la storia di Kiara e Kovu richiama direttamente Romeo e Giulietta. Due giovani amanti appartenenti a famiglie rivali, i leoni del regno di Simba e gli esiliati seguaci di Scar, cercano di superare l’odio ereditato dai genitori. Naturalmente, in pieno stile Disney, il finale è positivo: niente veleno o pugnali, ma riconciliazione, rinascita e tanti brani da cantare .
Un film senza tempo
Il Re Leone è stato un successo straordinario nel 1994, capace di commuovere adulti e bambini, facendoci ridere con Hakuna Matata e piangere per la morte di Mufasa.Una storia di crescita, perdita e riscatto: il bene trionfa, la vita si rinnova e la ruota del destino continua a girare.
Simbologia nei secoli
Il leone, simbolo del Sole
Nella simbologia egizia, il leone è emblema di forza e regalità, ma anche simbolo del Sole: la criniera richiama i raggi solari, e la costellazione del Leone segna il solstizio d’estate fin dai babilonesi.Nella mitologia greca, il Leone è legato alla figura di Eracle (Ercole), che sconfisse il Leone di Nemea, incarnazione della forza selvaggia.
Il titolo Re Leone, dunque, può essere letto anche come “Re Sole”, ossia principio di vita e di potere.
Il parallelo con la mitologia egizia
In chiave simbolica:- Mufasa rappresenta Osiride, dio della vita e della regalità;
- Sarabi, la leonessa e madre, incarna Iside, dea della fertilità e della maternità;
- Simba è Horus, il figlio destinato a vendicare il padre e riportare la luce;
- Scar è Seth, dio del caos e dell’oscurità, geloso del fratello;
- Rafiki, il saggio mandrillo, è assimilabile a Thot, dio della conoscenza e della saggezza.
L’alba del nuovo sole
Simba cresce e poco dopo, nuovamente al sorgere del Sole, sveglia suo padre per scoprire le terre del regno. Qui è presente un mini-dialogo tra Mufasa e Sarabi, che sicuramente ricorderete.
Sarabi: "Tuo figlio è sveglio"
Mufasa: “Lo sai che prima dell’alba è tuo figlio”.
La morte di Mufasa
Nel mito egizio, Osiride viene ucciso da Seth, che lo rinchiude in un sarcofago e lo getta nel Nilo. Dopo la sua morte, Iside ne ritrova il corpo e, grazie ai suoi poteri, permette al figlio Horus (Simba) di nascere e crescere.
Simba, come Horus, si allontana dal regno, cresce lontano dal dolore e, una volta adulto, torna per riconquistare il trono e riportare la luce.
Guidato da Rafiki/Thot, ritrova la connessione spirituale con il padre attraverso l’acqua — specchio tra mondo terreno e ultraterreno — e in quel momento comprende grazie alle parole di Rafiki: “Lui vive in te.”
Critiche e processi
Tanto è vero che nel 2004, la Disney ha sborsato 70 milioni di dollari per porre fine ad un processo che la chiamava in causa per satanismo, distribuzione di immagini pornografiche ed istigazione alla cocaina, i quali emergevano attraverso uno sguardo attento dei loro film di animazione. Ed anche Il Re Leone è stato oggetto di tali accuse, tanto da finire nel mirino per una presunta scritta apparsa sul cielo stellato identificata da un bambino newyorchese di quattro anni. Scritta che secondo il fanciullo recitava SEX, smentita da Tom Sito, disegnatore e scrittore del film, il quale disse a gran voce di trattarsi di SFX, ossia effetti speciali.
Ci sono numerose analogie tra Il Re Leone e Kimba – Il leone bianco, l’anime tratto dal manga di Osamu Tezuka pubblicato dal 1950 al 1954. Tant'è che Matthew Broderick, voce originale di Simba, ha creduto per un attimo che stesse lavorando al remake della serie animata nipponica. La Disney, ancora oggi, smentisce il plagio sostenendo che tutte le somiglianze con il cartone giapponese sono puramente casuali.
Curiosità
- Luogo iconico è la Rupe dei Re, dove Mufasa annuncia la nascita di Simba e dove quest’ultimo alla fine del film affronta Scar. Il regista Roger Alles ha raccontato di un viaggio in Kenya che aveva l’obiettivo cogliere le atmosfere del Paese e renderle poi al meglio nel cartone, e ha spiegato che la Rupe dei Re non è un luogo preciso, è stata modellata utilizzando panorami diversi: “L’ha inventata un artista di Burbank” .
- Come in moltissimi altri film della Disney, i disegnatori hanno inserito il classico easter egg con il simbolo degli studios, ovvero Mickey Mouse. In una scena del cartone appare un piccolo scarabeo giallo che sul dorso ha la sagoma delle orecchie di Topolino .
- Il team creativo ha condotto negli studi Disney leoni e cuccioli veri per studiarne i movimenti insieme all’esperto Jim Fowler, conduttore del programma televisivo Wild Kingdom.
- Una delle scene più impegnative da realizzare fu quella degli gnu che corrono nel crepaccio, sequenza che culmina con la morte di Mufasa come conseguenza del diabolico piano di Scar per prendere il potere. Gli animatori ci misero quasi due anni a realizzare graficamente questo momento - lungo meno di tre minuti - uno dei più intensi e tesi del film.
- Il compositore tedesco Hans Zimmer, in un primo momento, esitò all'idea di lavorare in un film d’animazione. Per fortuna, cambiò idea. Raccontò di essersi ispirato al sound africano e al maestro Ennio Morricone, in particolare, alla colonna sonora di C'era una volta in America.
- Uno dei personaggi più amati de Il Re Leone è Rafiki, il consigliere di Mufasa. Inizialmente pensato per incarnare la figura del saggio, si è poi trasformato in un momento preciso: “Penso sia stato quando eravamo a Londra a registrare e camminavamo per strada, Rob e Roger hanno visto questo senzatetto per strada che ballava con una specie di tazza davanti a sé e Roger ha detto ‘Ecco come dovrebbe essere Rafiki! Una cosa folle e piena di energia’”, ha raccontato il produttore Don Hahn .
- La cicatrice sull’occhio sinistro del perfido zio è un omaggio a "Tony Montana" di Al Pacino in Scarface .
Teorie
Scar che si è impadronito del Regno con la sua banda di iene mentre il consigliere di Mufasa, Zazu, è tenuto prigioniero all'interno della cassa toracica di resti scheletrici.
A un certo punto Scar, giocando con un teschio e "sfruttando" Zazu, canta la canzone delle noci di cocco. Cercando in rete, si scopre che il teschio mostrato nel film corrisponde a un teschio di leone e che, a quanto pare, gli unici animali reali che mangiano i leoni sono… i leoni stessi. Così giunge alla conclusione che il corpo di Mufasa sia stato mangiato nientemeno che da suo fratello.
Un racconto che, a trent’anni dalla sua uscita, continua a insegnarci che il vero coraggio non è non avere paura, ma trovare la forza di tornare.
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