Il Presepe

Il primo presepe della storia fu creato nella chiesa di Santa Maria Maggiore, nella città di Roma. Questa usanza divenne così popolare che ben presto tante altre chiese d'Italia vi aderirono. Ognuna creava un presepio particolare con caratteristiche ed ornamenti unici. Le scene della natività erano spesso ornate con oro, argento, gioielli e pietre preziose.
Anche se molto popolare tra le classi più ricche, questa opulenza era quanto di più distante dal significato della nascita di Gesù.

Dobbiamo il "nostro" presepe attuale a San Francesco d'Assisi, che nel 1224 decise di creare la prima Natività come era veramente descritta nella Bibbia. Il presepe che San Francesco creò nel paese di Greccio, era fatto di figure intagliate, paglia e animali veri.
Il messaggio era diretto, e poteva essere capito e recepito da tutti, ricchi e poveri.
La popolarità del presepe di San Francesco crebbe fino ad espandersi in tutto il mondo.
Il Presepe di San Francesco Il Presepe di San Francesco
Nasce alla Crociata l'idea di celebrare il Natale di Greccio. Romanzo storico
Gian Marco Bragadin

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Tuttavia queste non sono le uniche curiosità che si dovrebbero scoprire a proposito del presepe: 
  • La tradizione è quella delle rappresentazioni sacre medievali, ma la ricostruzione della natività è in particolare legata a San Francesco d'Assisi.
  • Secondo quanto riportato dai vangeli Gesù nacque in una grotta a Betlemme. La tradizione del presepe ricostruisce quanto raccontato dagli evangelisti con il bimbo deposto in una mangiatoia, i pastori in adorazione chiamati dagli angeli, tuttavia i vangeli apocrifi,  raccontano invece i particolari di bue e asinello a scaldarlo, come i nomi dei Re Magi.
  • Per far visita al Bambino Gesu' i Re Magi percorsero la tratta che andava dall’Oriente verso il Mediterraneo, fino in Palestina partendo da Persia e India. La via è quella dei profughi da Afghanistan e Iraq.
  • Fino al IV secolo i Re Magi erano raffigurati senza nessuna differenza di nazionalità e/o di etnìa. Il primo re con la pelle scura compare per la prima volta in un dipinto di Mantegna del 1464. Solo durante Rinascimento si è diffusa la consuetudine di identificare nei Re Magi i tre continenti noti.
  • Nei Vangeli non si parla mai di pecore presenti nella natività, ma nel presepe ci sono sempre perché Gesù è pastore di anime. È il gregge dei fedeli e le pecore simboleggiano una presenza importante nell'economia e nella storia.
  • La funzione del bue e dell'asino è riscaldare con il fiato Gesù che è deposto nella mangiatoia. La scelta di inserire questi due animali è dovuta alla loro presenza nella quotidianità del mondo agricolo e pastorale in cui è nato il presepe.
                 
 

“Er presepio”

Ve ringrazio de core, brava gente,
pé ‘sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,
si de st’amore non capite gnente…

Pe’ st’amore so’ nato e ce so’ morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.

La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l’amore

è cianfrusaja che nun cià valore.
                               Trilussa
 
 

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Natale: Letture. Poesie. Immagini e Curiosità.

La nascita del presepe
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 Ad avere per primo l'idea del presepe fu San Francesco nel 1233. Era da poco tornato dalla Palestina, dove aveva visitato i Luoghi Santi, quando, essendo vicino Natale , decise di celebrarlo nel bosco di Greccio in Umbria. Un amico di San Francesco, Giovanni Velita, si adoperò per far trovare, all'interno di una grotta nel bosco, ciò che egli desiderava e cioè: una mangiatoia, un bue e un asinello. La notte di Natale la gente del luogo, di ogni età e condizione, si avviò nella grotta in devoto pellegrinaggio. Un sacerdote celebrò la messa di mezzanotte e poco dopo la fede di quella gente, accorsa numerosa, fu premiata: fra il bue e l'asinello apparve sorridente il Bambino Gesù. Questa fu l'origine del presepe, ma da queste rappresentazioni con personaggi reali si è poi passati a quelle con statuine di materiale vario: gesso, stucco, legno intagliato, sughero cartapesta etc.. I vari popoli europei hanno poi adattato il presepe all'ambiente e ai costumi nazionali: in Olanda troviamo i mulini a vento, in Spagna archi moreschi, in Finlandia capanne di lapponi e renne. Ognuno ha adattato il presepe al proprio territorio ma ciò ha poca importanza perché Gesù è nato per tutti.

    
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L'ANNUNCIAZIONE 
L'annuncio era nell'aria
sospeso e acerbo
preparato da un ala di colomba
di nido
appena uscita
dalla candida tempera del sole.
Perché nascesse il Verbo
bastava un niente puro un puro grido.
Tutto un cereo tremar d'immacolata
luce, e soltanto l'ombra inginocchiata
era l'angelo chiuso sulla soglia
troppo rossa, s'avanzò allora il giglio.
Bastò solo alla Vergine vedere
e fissar quella luce di profumo
per sentirsi divinamente madre.
Mentre il giglio bruciava impallidendo
come un cero istantaneo,
era già il dolce Figlio
nel suo nido di paglia come il grano,
insanguinava già l'albero umano.
                                          Corrado Govoni da Poesie (1903-1959)
                                       

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Sapevate che "Lo spirito del Natale" esiste davvero? Secondo uno studio effettuato da ricercatori danesi esistono 5 punti precisi nel cervello che reagiscono davanti a immagini natalizie attraverso una risonanza magnetica.

L'albero delle Meraviglie

 E' bellissimo preparare l'albero di Natale: scegliere con cura come disporre tutte quelle palline così fragili e colorate, i festoni e le luci. Ma come è nata questa bellissima tradizione? Una leggenda germanica racconta che San Vilfredo avesse tagliato una grossa quercia che era stata oggetto di venerazione da parte dei Druidi. Appena l'albero fu abbattuto si scatenò un furioso temporale che distrusse del tutto la grossa quercia. Proprio lì accanto un giovane abete era invece rimasto completamente intatto. Da quel momento Vilfredo vide quell'albero come simbolo della nascita di Cristo e chiamò l'abete "albero della pace", poiché il suo legno è tanto utile per le abitazioni degli uomini, e anche "emblema della vita infinita", poiché le sue foglie sono sempre verdi. Il primo ad illuminare l'albero di Natale con luci di candele fu, in Germania, Martin Lutero. Una sera di Natale, impressionato da un bellissimo cielo stellato, volle preparare per i suoi figli un albero che lo ricordasse. Scegliamo con cura gli alberi che ci faranno compagnia durante le feste e, soprattutto, trattiamoli con estremo garbo perché, una volta finito Natale, li si possa restituire alla natura che ce li ha generosamente prestati. Se infine optiamo per l'albero artificiale, cerchiamo comunque di averne cura e utilizzarlo piü volte...per salvaguardare l'ambiente e per evitare tramandare l'idea di consumismo. Le generazioni future ne beneficeranno e apprezzeranno.
 


Curiosità
Il significato letterale della parola Natale è "nascita". La Chiesa ricorda la nascita di Gesù, ma le sue origini sono ancora più antiche. In effetti pochi sanno dove affonda le sue radici e per quale ragione si festeggi proprio il 25 dicembre. La Bibbia e i Vangeli, infatti, non suggeriscono in alcun punto in quale mese o giorno possa essere nato Gesù. La data di nascita del Signore fu addirittura motivo di dibattito per molto tempo tra le alte sfere vaticane.
Per comprendere le origini dei festeggiamenti natalizi, non possiamo far altro che tuffarci indietro nel tempo, all'epoca dei Romani. Tantissime delle tradizioni che continuiamo a portare avanti, infatti, derivano da due feste pagane molto importanti nell’Antica Roma: i Saturnali e il Solstizio d’Inverno.  I Saturnalia si celebravano tra il 17 e il 23 dicembre in onore del dio Saturno, dio dei raccolti e dell’agricoltura. In quel periodo, in cui non era più possibile lavorare nei campi, tutti i cittadini romani, e persino gli schiavi, potevano concedersi un periodo di meritato riposo e festeggiare l’inizio del nuovo anno solare. I Saturnalia erano legati al Solstizio d’Inverno che, secondo il calendario dell'epoca cadeva proprio il 25 dicembre. Al Solstizio d’Inverno era anche legato il culto del Sole Invitto, il sole che - dopo il freddo dell’inverno - riesce a riprendersi e riconquistare a poco a poco il suo potere sulle tenebre e l’oscurità. I cristiani temevano la diffusione di un nuovo culto dedicato al Sole Invitto (il primo culto dall’aspetto monoteistico). Decisero così di “cristianizzare” una festa pagana celebrata nell’Impero e scelsero il 25 dicembre come data della nascita di Gesù.

 
FILASTROCCA DI NATALE 
Un abete speciale
Quest'anno mi voglio fare
un albero di Natale 
di tipo speciale,
ma bello veramente.
Non lo farò in tinello,
lo farò nella mente,
con centomila rami
e un miliardo di lampadine,
e tutti i doni
che non stanno nelle vetrine.
Un raggio di sole 
per il passero che trema,
un ciuffo di viole
per il prato gelato,
un aumento di pensione
per il vecchio pensionato.
E poi giochi,
giocattoli, balocchi
quanti ne puoi contare 
a spalancare gli occhi:
un milione, cento milioni
di bellissimi doni
per quei bambini
che non ebbero mai
un regalo di Natale,
e per loro ogni giorno
all’altro è uguale,
e non è mai festa.
Perché se un bimbo
resta senza niente,
anche uno solo, piccolo,
che piangere non si sente,
Natale è tutto sbagliato.
    Gianni Rodari 
                     “Filastrocche in cielo e in terra”
 

 Segui i nostri consigli: Consigli pratici per il tuo albero di Natale


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La leggenda dell'albero di Natale!


 Tante le storie e le leggende legate all'albero di Natale.
Oggi ve ne raccontiamo una!
Questa leggenda ci ricorda perché, durante l'Avvento,
 viene addobbato e illuminato un abete, 
come simbolo del Natale.
 

Molti anni fa, una Vigilia di Natale, in un piccolo villaggio di campagna, 
un bambino si recò nel bosco alla ricerca di un ceppo di quercia,
 da bruciare nel camino, come voleva la tradizione natalizia.
  




Pillole di cultura
In inverno le forze della Natura si ritirano nelle profondità della Terra. 
Questa è la quarta dimensione.
La vigilia di Natale era per i Celti “Modranecht”, la notte della Madre. La Dea Madre come ogni anno partoriva simbolicamente la luce del Sole, dopo il periodo più buio del solstizio d’inverno. Durante le successive dodici notti sacre venivano offerte alla Dea unica e trina pietanze sugli altari, che venivano servite con tre piatti, tre cucchiai, tre calici. Questa usanza, ritenuta non compatibile con il Cristianesimo, fu poi bandita.
 
Nel cercare il suo ceppo, ci mise più tempo del previsto e, calato il tramonto, non seppe ritrovare la via di casa. Per giunta incominciò a cadere una fitta neve.
Il bimbo si sentì assalire dalla tristezza e pensò a come, nei mesi precedenti, avesse atteso il Natale, che forse non avrebbe potuto festeggiare.
Tuttavia per sua fortuna, nel bosco, ormai spoglio, vide un albero ancora  rigoglioso, decise di rifugiarvisi sotto i suoi rami: era un bellissimo abete.
Col passare delle ore il bimbo si senti sopraffare da una grande stanchezza, e cosi si addormentò raggomitolandosi ai piedi del tronco.  L’albero, intenerito, abbassò i suoi rami fino a far toccare loro il terreno in modo da formare una piccola capanna che proteggesse il bambino dalla neve e dal freddo.
La mattina si svegliò, sentì in lontananza le voci degli abitanti del villaggio che si erano messi alla sua ricerca e, uscito dal suo rifugio, ancora stanco e impaurito per la brutta avventura, poté con grande gioia riabbracciare la sua famiglia ed i suoi amici.
 

Solo allora tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi: la neve caduta nella notte, posandosi sui rami frondosi, che la piana aveva piegato fino a terra, aveva formato dei festoni di neve, delle decorazioni e dei cristalli che, alla luce dell'alba, sembravano luci sfavillanti, di uno splendore indescrivibile.

In ricordo di questa storia, l’abete venne adottato come simbolo del Natale e da allora in tutte le case viene addobbato con luci e decorazioni, quasi per riprodurre lo spettacolo che gli abitanti del piccolo villaggio videro in quel lontano giorno. 

Tradizioni tutte italiane!

Nella tradizione barese l'albero di natale è allestito a San Nicola, patrono di Bari, il 6 dicembre; mentre nella tradizione milanese  viene preparato a Sant'Ambrogio, patrono di Milano, il 7 dicembre.
Esso può essere portato in casa o tenuto all'aperto, e viene preparato qualche giorno o qualche settimana prima di Natale (spesso nel giorno dell'Immacolata concezione) e rimosso dopo l'Epifania (per di più, in certe località dell'Italia meridionale, l'albero rimane nelle case fino alla Candelora, il 2 febbraio). Soprattutto se l'albero viene collocato in casa, è tradizione che ai suoi piedi vengano collocati i regali di Natale impacchettati, in attesa del giorno della festa in cui potranno essere aperti.


Il Pianeta degli alberi di Natale

Dove sono i bambini che non hanno
l'albero di Natale
con la neve d'argento, i lumini
e i frutti di cioccolato?
Presto, presto, adunata si va
nel Pianeta degli alberi di Natale,
io so dove sta.
Che strano, beato Pianeta...
Qui è Natale ogni giorno.
Ma guardatevi attorno:
gli alberi della foresta
illuminati a festa,
sono carichi di doni.
Crescono sulle siepi i panettoni,
i platani del viale
son platani di Natale.
Perfino l'ortica
non punge mica,
ma tiene su ogni foglia
una campanella d'argento
che si dondola al vento.
In piazza c'è il mercato dei balocchi.
Un mercato coi fiocchi,
ad ogni banco lasceresti gli occhi.
E non si paga niente, tutto gratis.
Osservi, scegli, prendi e te ne vai.
Anzi, anzi, il padrone
ti fa l'inchino e dice: - Grazie assai,
torni ancora domani, per favore:
per me sarà un onore...
                            Gianni Rodari
       da Filastrocche in cielo e in terra ed. Einaudi

                    


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